Campagna elettorale tutta in salita per Barbara Ababio, nata a Palermo 23 anni fa da genitori ghanesi e candidata sindaco per Sel nella roccaforte leghista di Porcìa
(Pordenone). Sul suo profilo Facebook, infatti, sono molti gli insulti
razzisti, ma lei dice di voler combattere questo odio con ironia.
“Dalla faccia è tutto un programma”, si legge sulla bacheca dell'Ababio,
commessa in un centro commerciale e mediatrice culturale. C'è anche chi
la invita a prendere un barcone e a tornarsene a casa e chi ha postato
la foto di una scimmia.
Da quando ha deciso di entrare in politica è stata bersaglio dei
leghisti e dei razzisti come a suo tempo lo fu l’ex ministro
dell’Integrazione Cécile Kyenge, protagonista di numerosi eventi xenofobi.
All’Espresso racconta: “Appena mi sono candidata sono cominciati a
piovermi addosso insulti di ogni genere. Ho scoperto che in questa terra
il razzismo è sottile: non puoi oltrepassare una certa linea. Insomma,
commessa sì, sindaco no”. Qualche mese fa, spiega, un agente immobiliare
le ha negato le trattative per l'affitto di una casa perché diceva che
la gente non avrebbe mai preso in considerazione un extracomunitario. A
poco è servito spiegare che lei era italiana a tutti gli effetti.
Ora che è in piena campagna elettorale, le accade di essere insultata
anche per strada. “Ma quello che più mi colpisce è la diffidenza che
sento nei miei confronti. Addirittura c’è chi è arrivato a definire la
mia candidatura come una provocazione. Perché non si pensa la stessa
cosa di altri candidati che sono bianchi, maschi e italiani?”.
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